Focusing e ascolto attivo

IL POTERE DELL'ASCOLTO ATTIVO Biglietti, Mer, 26 ott 2022 alle 09:00 |  Eventbrite

Come il focusing allena l’ascolto attivo del coach

Entrare in empatia con il cliente significa aiutarlo a provare empatia per sé stesso. Il Focusing ascolta il corpo affinché l’implicito possa emergere e crea uno spazio per poter ascoltare ed accogliere una sensazione significativa. (Gendlin, 1996)

Una sensazione significativa (felt-sense) non è un’emozione, ma le due si rassomigliano sotto certi aspetti. Entrambe hanno una loro vita autonoma, ossia non possiamo determinare del tutto quale emozione avremo, né se arriverà oppure no. Un’emozione può arrivare senza essere chiamata. Tutto ciò che possiamo fare è disporci al suo arrivo.

Per esempio, se rievochiamo certi eventi, potremmo rivivere nel presente l’effettiva emozione. Anche se l’evento è accaduto molto tempo fa, rievocarlo può ricreare l’emozione. Oppure no. Le emozioni sono caratterizzate da un proprio autonomo arrivare. Per accertarci se l’emozione è arrivata dobbiamo verificare se la sentiamo presente. Altrimenti, non è arrivata. Questo è un punto in comune con la sensazione significativa.

Il processo di una sessione di Focusing. I passi principali

A titolo esemplificativo, riportiamo qui di seguito una sintesi dei passi principali di una sessione di Focusing.

  1. Creare uno spazio. Un momento di rilassamento e di ascolto del corpo… per entrare in contatto con la domanda: Cos’è importante per te in questo momento?
  2. La sensazione sentita. Tutte le sensazioni che arrivano restando in contatto con la domanda prima formulata… fino a sentirla anche nel corpo.
  3. Che qualità ha questa sensazione sentita? in questa fase la sensazione potrà essere rappresentata anche da una parola (teso, pesante, nervoso…), oppure una frase o un’immagine.
  4. Fare da spola tra le parole, le frasi e le immagini emerse fino a farle coincidere con la sensazione sentita.
  5. Porre domande. Ad esempio: “Che cos’è che qualifica l’intero problema in quel modo…?”. Si rimane in contatto con la sensazione e con il successivo rilassamento.
  6. Si accoglie con un benvenuto qualunque cosa provochi un cambiamento… un primo cambiamento
Che cos’è l’Embodied Cognition

L’Embodied Cognition

L’Embodied Cognition rappresenta oggi uno degli approcci scientifici che sta contaminando maggiormente l’emergente campo di ricerca delle Neuroscienze (Paloma, 2013). Gli elementi chiave alla base dell’Embodied Cognition ci sono: la percezione, il corpo e l’azione.

Il corpo, rispetto alla percezione e all’azione, funge da mediatore biologico e culturale per il processo di apprendimento, superando il suo inquadramento scientifico che lo considera mero oggetto di valutazione, per acquisire la dignità di soggetto di cognizione.

L’unità mente-cervello-corpo

L’Embodied Cognition considera la mente non distinguibile e, quindi, integrata con il corpo:

  • Avendo oggi il “corpo in azione” una considerazione centrale per le teorie della cognizione, recenti ricerche scientifiche sono d’accordo nel sottolineare che gran parte dei processi cognitivi e linguistici si radicano nelle interazioni percettive e fisiche del corpo umano con il mondo (Barsalou, 2008; Wilson, 2002).
  • Con questa frase possiamo riassumere il concetto di Embodied Cognition, per cui la mente sarebbe incorporata in un organismo considerato nella sua interezza che a sua volta è situato in un più ampio contesto biologico e culturale (Ling, Clark, Winchester, 2010).
  • La possibilità di una conoscenza “oggettiva” è messa dunque in discussione, il comportamento manifesto dipende dalle specifiche del corpo in azione, in modo da far dipendere la cognizione dal corpo (Berthoz, 1998), rifiutando l’immagine di un conoscere astratto, privo di venature emozionali e indipendente dall’azione (Boella et al., 2006).

Le conseguenze derivate dall’approccio Embodied Cognition

  1. La percezione è diretta, ovvero non richiede rappresentazioni mentali;
  2. La percezione serve per guidare l’azione e non per raccogliere informazioni;
  3. La conoscenza richiede la partecipazione di cervello, corpo ed ambiente, rafforzando l’idea che il pensiero non è “divorziato” dal corpo, ma, dipende dal tipo di corpo che abbiamo.

La relazione tra mente e cervello non può essere vista in termini di prodotto e produttore, effetto e causa, dal momento che il prodotto è in grado di retroagire sul suo produttore e l’effetto sulla causa (Edgar Morin 1989).

Riassumendo possiamo dire che l’Embodied Cognition considera:

  • La componente corporea come un aspetto fondamentale nell’organizzazione del nostro sistema concettuale.
  • L’efficacia dell’utilizzo di metafore legate alla nostra esperienza corporea, sono più efficaci delle altre che non lo sono (es.: aprire la mente, oppure costruire un ragionamento, entrare nel merito, ecc.), per cui si va verso componenti cognitive-corporee-emotive-relazionali (sviluppando competenze cross modali).
  • La mente non più separata: i processi cognitivi si fondano sui processi sensorio-motori
  • L’empatia abilitante l’apprendimento per contagio comportamentale, con i neuroni specchio (mirror neurons)implica che nell’individuo che osserva un simile compiere un’azione, si attivino gli stessi neuroni che supportano l’esecuzione dell’azione nell’individuo osservato. Una conoscenza incorporata che non nasce dal calcolo, ma dalla sintonizzazione e dalla condivisione dell’esperienza soggettiva.